Il Comune di Castel Mella


Castel Mella (Castèl Mèlå nella parlata locale) è un comune italiano di 10 836 abitanti della provincia di Brescia, nell’hinterland meridionale della città.
Il nome “Castel Mella”
Il toponimo Castel Mella significa “borgo sulle rive della Mella” e va separato in “Castello” (dal latino “castellum” diminutivo di “castrum”, borgo fortificato) e “Mella” (nome di origine ligure-celtica, indicante un “torrente disordinato e rabbioso”. Nel corso dei secoli, il “borgo sulle rive della Mella” è stato denominato in vari modi: “Castellum Novum” (secolo XII), “Castrum Novum de ultra Mellam” (secolo XIII), “Castelnovo Bressano” (secolo XVI), “Castel Novo” e “Castelnuovo” (secolo XIX), “Castel Mella” (con regio decreto 1795/1864 di Vittorio Emanuele II).

Le origini
Castel Mella (al contrario della frazione di Onzato, che è di origine celtica e romana), è stato fondato dai Longobardi nel secolo VI. Qui, è stata scoperta una tomba longobarda con corredo funebre (una spada) ed è stata innalzata una “cappella” intitolata a San Siro, primo vescovo e patrono di Pavia, capitale del loro Regno. Presso il Santuario della Madonnina del Boschetto è stata rinvenuta l’Ara funeraria di Sintrofo e Arrenia Agatemeride.

Alto Medioevo
Nel secolo X, il borgo rurale di Castel Mella si trasformò in “castello civico” mediante un efficace sistema difensivo, per resistere alle feroci scorrerie degli Ungari (che avevano fama di mangiare, ancora palpitante, il cuore dei nemici uccisi). Fu scavato un grande fossato, riempito d’acqua risorgiva e affiancato da un terrapieno, su cui correva la strada pubblica; fu edificata una cinta muraria con i torrioni di avvistamento; fu approntato un ponte levatoio, per mettere in comunicazione il borgo fortificato con la “Contrada dei Livelli” e la “Contrada del Castello” (i resti di tale ponte erano visibili ancora nell’ultimo dopoguerra). In quest’area fortificata di circa quattro piò bresciani, vivevano un centinaio di famiglie di contadini, artigiani e bottegai, che si addensavano nelle casupole strette attorno alla loro chiesuola.
Basso Medioevo
Dopo l’anno Mille, una ventata di rinnovamento ha investito il borgo e la popolazione è uscita dalla cinta murata per colonizzare il territorio circostante, bonificando terreni incolti, costruendo cascinali, aprendo botteghe artigianali e innalzando una nuova “cappella”, per contenere l’accresciuta popolazione. Nel 1353, per decreto del Vescovo di Brescia Bernardo Tricardo, nacque la Parrocchia di San Siro, accorpando i benefici di tre “cappelle”: di San Siro “de Castronovo ultra Mellam”, dei Santi Pietro e Paolo “de Onsado ultra Mellam”, di Santa Maria “de Onsado ultra Mellam”, così da formare una prebenda sufficiente per mantenere “in loco” un prete stabile. In questo periodo, “Castrum Novum ultra Mellam” si organizzò in Comune Rurale, un’istituzione tipica dell’Italia centro-settentrionale. Nella Terra Bresciana, nacque nei secoli XI/XII e fiorì fino alla fine del secolo XVIII. Era amministrato da un Console (coadiuvato da un Campàro, un Massàro e un Cancelliere) e da una “Vicinìa” , l’assemblea dei capifamiglia originari (ne erano esclusi i “nobiles et cives” e i forestieri), che dettava le norme comunitarie. Durante la dominazione dei Visconti di Milano su Brescia (1337-1426), il “Comune de Castronovo ultra Mellam” era tra i più floridi della “Quadra di Capriano con Mairano”.

Dominazione Veneta
Nella prima metà del secolo XIV, i Visconti di Milano dovettero cedere alla superiorità delle armi venete, che sancirono il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia su Brescia. Nel corso della sua plurisecolare dominazione (dal 1426 al 1797), Venezia – ha scritto uno storico bresciano – “dimostrò di rispettare le secolari usanze locali, le guarentigie statutarie, gli ordinamenti repubblicani di origine comunale, tollerando una libertà della quale i precedenti governi signorili, autoritari ed accentratori, soprattutto quello visconteo, avevano destato il rimpianto”. Di conseguenza, il Comune Rurale di Castelnuovo Mella mantenne intatta la propria autonomia amministrativa. La vicinanza di Castelnuovo Mella a Brescia faceva sì che ogni volta che la città era cinta da assedio, il territorio suburbano ne pagasse le conseguenze in saccheggi, violenze, carestie, epidemie. Ne ricordo un paio. Il memorabile assedio del 1438, durante la campagna militare condotta da Milano per riprendersi Brescia, che si era consegnata a Venezia. In soccorso dei Bresciani, che resistevano eroicamente, la leggenda narra che intervennero i santi protettori Faustino e Giovita. Il famoso “sacco di Brescia” del 1512 ad opera di Gastone de Foix, luogotenente di Luigi XII re di Francia e duca di Milano. Dal Giovedì Grasso all’inizio della Quaresima, fu un Carnevale di sangue e di terrore, durante il quale echeggiò un grido agghiacciante: “Sacco, sacco. Carne, carne. Ammazza, ammazza”.
Età Moderna
Nel biennio 1609-1610, mentre era Podestà di Brescia Giovanni da Lezze, risulta che “le ville picciole di Castel Novo, Onsado e Colorne” facevano parte della “Quadra di Mairano”. La prima aveva 63 “fuoghi” (famiglie) e 500 anime; la seconda, 23 “fuoghi” (famiglie) e 119 anime; la terza, 10 “fuoghi” (famiglie) e 50 anime. Durante la guerra per la successione spagnola, negli anni 1701-1706, il territorio di Castel Novo e Onzato di Mella è stato devastato dalle soldatesche imperiali e francesi. Alla fine, forse per farsi perdonare la “neutralità disarmata”, il Governo Veneto invitò i cittadini a chiedere il risarcimento degli ingenti danni subiti. L’anno 1797 è stato un anno cruciale per Brescia: è terminato il dominio della Repubblica di Venezia; è vissuta lo spazio di pochi mesi la Repubblica Bresciana; è iniziata la dominazione francese, che durerà fino al 1814. “La Comune di Castel Novo con Colorne e Onzato” (si diceva proprio così, al femminile, con evidente francesismo; e gli abitanti erano chiamati “comunisti”) fece parte prima della “Municipalità di Azzano” e poi della “Municipalità di Flero”, all’interno del Dipartimento del Mella.
Età Contemporanea
Dal 1815 al 1859 Brescia appartenne al Regno Lombardo-Veneto, sotto il dominio degli austro-ungarici. Il Comune (ritornato di genere maschile, secondo una consuetudine secolare!) di Castelnuovo apparteneva al “Distretto di Bagnolo”. Il territorio con le sue contrade è descritto in modo dettagliato in un documento conservato presso l’Archivio Comunale. Grazie al Risorgimento Nazionale, Castelnuovo si trova a far parte prima del Regno di Sardegna (1859) e poi del Regno d’Italia (1861). Dal 1864, per decreto regio di Vittorio Emanuele II, Castelnuovo si chiama Castel Mella. Nel 1865, la ponticella di legno sul Mella lasciò il posto al ponte in muratura coi rivestimenti in pietra di Botticino. Per l’occasione, si eseguirono imponenti lavori per rettificare l’alveo del fiume, raddrizzare la strada comunale diretta alla “strada regia” per Brescia e rafforzare gli argini. Alle ingenti spese parteciparono – oltre a Castel Mella – i Comuni del “Consorzio della Sponda Sinistra della Mella, dalla confluenza della Sorbana sino al confine con Capriano del Colle” e del “Consorzio della Sponda Destra della Mella, dalla montata di Roncadelle sino al Fienile Cattaneo”.
La belle époque
Durante le “belle époque” (“l’epoca bella”: così è chiamato il periodo che va dalla fine dell’Ottocento allo scoppio della prima guerra mondiale), sindaco Cav. Daniele Pasini, le contrade del paese furono fornite di “pompe pubbliche” di acqua potabile; vennero illuminate da “lampade pubbliche”; l’istruzione popolare (a carico del Comune) fu riordinata con l’istituzione di un triennio di “classi miste”; fu aperto il “Lazzaretto” sulla strada per Torbole, per la quarantena di chi era colpito da epidemie (allora, frequenti); nacque la Società Operaia Cattolica “San Giuseppe”, una società di mutuo soccorso; la popolazione aumentò da 1.159 (1901) a 1.375 abitanti (1911).
Novecento, il secolo breve
Il Novecento è stato chiamato “il secolo breve”: viene fatto iniziare nel 1914, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e viene fatto terminare nel 1989, con la caduta del Muro di Berlino. Nel 1917, nei giorni dall’11 al15 di novembre, durante la Grande Guerra, di passaggio per Brescia diretto al fronte, si accampò a Castel Mella il 63º Battaglione degli Alpini Francesi. Il paese contava allora 1.359 abitanti, con l’arrivo dei francesi, la popolazione raddoppiò. Nel 1966, Via Guglielmo Marconi (già Contrada dei Livelli di sopra) fu sopraffatta dall’alluvione. Nel 1937, i ragazzi di Castel Mella passarono un mese – dal 12 luglio al 12 agosto – nella colonia elio-fluviale sulle rive della Mella. Nel 1938, la scuola elementare completò il ciclo quinquennale con l’istituzione della classe quinta mista. Nel 1964, venne istituita la scuola media statale “Giacomo Leopardi”. Nel 1966, 4 novembre, la Mella ruppe gli argini e sommerse il paese sotto due metri di acqua e fango. Nel 1974, in autunno, in Piazza San Siro, aprì i battenti la Biblioteca Comunale. Nel 1999, in Via Giuseppe Di Vittorio, si inaugurò il Centro di Formazione Professionale, a cura dell’Associazione Industriale di Brescia.